Caratteristiche sociodemografiche e supporto sociale associati all’accesso in pronto soccorso in un campione rappresentativo di anziani italiani residenti a domicilio: criticità e prospettive

Ad oggi i pazienti anziani rappresentano il 12% della popolazione afferente al Pronto Soccorso. In Italia non sono disponibili dati di popolazione sui fattori associati agli accessi potenzialmente prevenibili. Il nostro obiettivo è stato individuare le caratteristiche socio demografiche, della rete assistenziale ed il consumo di risorse sanitarie associate ad accessi in Pronto Soccorso non seguiti da ricovero in un campione rappresentativo della popolazione italiana di anziani residenti a domicilio utilizzando i dati dell’Indagine Multiscopo “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari” 2012-2013. Sono stati considerati 27003 soggetti di età uguale o superiore a 65 anni. Le variabili esaminate riguardano caratteristiche socio demografiche, cliniche e il consumo di risorse sanitarie. L’analisi è stata fatta rispetto agli accessi in Pronto Soccorso effettuati nei tre o dodici mesi precedenti l’intervista. Dalla nostra indagine emerge che esistono delle differenze geografiche a livello nazionale riguardo all’uso del Pronto Soccorso; inoltre età avanzata, disabilità e polifarmacoterapia sono fattori di rischio, così come un maggiore consumo di risorse in termini di esami diagnostici, visite dal medico curante e specialistiche. Aumentano la probabilità di aver fatto ricorso al PS anche la rinuncia ad effettuare visite specialistiche o esami diagnostici. Le principali patologie croniche si associano ad una maggiore probabilità di accedere al Pronto Soccorso, così come un ricovero ospedaliero negli ultimi tre o dodici mesi. Sono associati con una minore probabilità di accesso in Pronto Soccorso, invece, l’esenzione parziale dal ticket o la non esenzione, una qualità di salute percepita maggiore ed il sesso femminile. Il potenziamento della rete delle cure primarie è una strategia da percorrere per ridurre gli accessi in PS, rendendo i servizi territoriali facilmente accessibili e individuando percorsi per la presa in carico dei soggetti dimessi dall’ospedale.Patients aged 75 and over account for 12% of the Emergency department users. To our knowledge there aren’t Italian data population-based on factors associated with potentially preventable admission to the Emergency Department. Our objective was to identify the socio-demographic characteristics and data about the consumption of healthcare resources associated with treat-and-release visits to the emergency department in a representative sample of Italian community dwelling older people. We used data from the Multipurpose "Health conditions and use of health services" conducted in 2012-2013.-. We considered 27003 subjects aged over 65 years. The variables examined were socio-demographic and clinical characteristics and consumption of health care resources. The analysis was done considering those who had according at least one access to the emergency department in the last three or twelve months preceding the interview. Our results shows that there are geographical differences regarding use of the emergency department; also advanced age, disability and polypharmacy are risk factors, as well as more consumption of resources (diagnostic tests, visits to the family doctor and specialist). The likelihood of having used Emergency Department increases also for those who waived a specialist visits or diagnostic tests. The most relevant chronic diseases are associated with a higher probability of access to the emergency room, as well as a hospital admission in the last three or twelve months. Factors associated with a lower probability to access the ED were, the partial or lack of exemption from the obligation to contribute to health expenditure, a higher perceived quality of health status and female gender. Our results suggest that the strengthening of the primary care could be a strategy to reduce the preventable Emergency Department admissions, as well as making health services more accessible and identifying specific pathways for those discharged from the hospital