La cosiddetta neurolettura, ossia l'indagine dell'attività del leggere alla luce delle neuroscienze, può dirsi iniziata già alla fine dell'Ottocento, tuttavia solo in tempi recenti si sono compiute importanti scoperte grazie alle tecniche di neuroimaging. Esaminando alcune ricerche neuroscientifiche, da una parte emerge con forza l'estrema complessità dell'atto del leggere, che dal punto di vista filogenetico parrebbe il frutto di una sorta di riciclaggio neuronale (il nostro cervello non è fatto per la lettura, ma in un modo o nell'altro vi si riconverte grazie alla sua innata plasticità); dall'altra si delinea un'universalità delle basi cerebrali della lettura per cui, qualunque sia la lingua in cui si legge, una sola e medesima area cere...