L'etica della cura di sé nelle professioni di cura

The medical academy's primary ethical imperative may be to care for others, but this imperative is meaningless if divorced from the imperative to care for oneself. How can we hope to care for others if we, ourselves, are crippled by ill health, burnout, or resentment? The self-care imperative, however, is almost entirely ignored in the training of healthcare professionals. Indeed, this training opposes the introspection essential to the practice of ethical self-care. If we are to heed the self-care imperative, healthcare professionals must turn to an ethics that not only encourages, but even demands care of the self. We must turn to narrative ethics. Since narrative is central to the understanding, creation, and recreation of ourselves, we can truly care for ourselves only by attending to our self-creating stories. Narrative ethics brings these stories to our attention; so doing, it allows us to honor the self-care imperative.Il primo imperativo della medicina accademica è quello di aver cura degli altri, ma questo imperativo è privo di senso se viene separato dall'imperativo di prendersi cura di se stessi. Come possiamo sperare di curare qualcuno se noi stessi siamo bloccati dal malessere, dal burnout o dal risentimento? L'imperativo della cura di sé, però, è pressoché ignorato nella formazione dei professionisti della salute. Di fatto, tale formazione contrasta l'introspezione, che invece è necessaria alla pratica della cura di sé. Stando all'imperativo della cura di sé, i professionisti della salute dovrebbero assumere un'etica che non soltanto incoraggi, ma addirittura esiga la cura di sé. Devono aderire, cioè, ad un'etica narrativa. Poiché la narrazione è cruciale per comprendere, creare e ricreare se stessi, si può veramente aver cura di sé soltanto se ci si prende cura delle storie che vengono costruite personalmente. L'etica narrativa le pone alla nostra attenzione, e, in tal modo, ci consente di onorare l'imperativo della cura di sé