Presentazione

This Dossier – the first of «Intrecci d’Arte» – collects some of the papers presented at an international conference organized in 2014 by the PhD course in History of Art of the University of Bologna, in collaboration with The PhD courses of the Universities of Florence, Genoa, Naples, Padua, Pisa, Siena and Venice-Verona. In presenting the topics, the curator focuses on the ‘main’ function of the fresco decoration in the Gothic period. The use of embellishing the sacred buildings with great fresco cycles aims to indicate the sacredness of the place and to represent the message of God's Word through images. According to Bruno Toscano, in fact, the main function of fresco cycles is connected to their setting. Carefully studied iconographic programs address to educated people, while the rich colors of the painted walls and the forcefulness of single images have to appeal the devotees, even if they weren’t able to understand the meaning of them. This aspect also explains the controversy born in the Franciscan Order concerning the pomp of the decoration, in contrast with the Vote of Poverty. During the Fourteenth Century, the custom of votive frescoes commissioned by single devotees changes the relationship between audience and images.Questo Dossier n. 1 di «Intrecci d’Arte» raccoglie alcune delle comunicazioni presentate a un convegno internazionale organizzato nel 2014 in collaborazione con i Dottorati in Storia dell’arte delle Università di Firenze, Genova, Napoli, Padova, Pisa, Siena e Venezia-Verona. Nel presentare gli argomenti trattati, il Curatore richiama la funzione ‘primaria’ della decorazione ad affresco in età gotica. L’uso di abbellire gli edifici sacri con grandi cicli di affreschi obbedisce all’intenzione di segnalare la sacralità del luogo e di anticipare attraverso le immagini il messaggio della Parola divina. Come ha indicato Bruno Toscano, i cicli affrescati hanno cioè prima di tutto una funzione “ambientale”. La ricchezza dei programmi iconografici, attentamente studiati, si rivolge a un pubblico colto, mentre i devoti dovevano essere attratti soprattutto dalla ricchezza dei colori e dall’efficacia di singole immagini, di cui non comprendevano probabilmente il significato complessivo. Questo aspetto motiva anche le polemiche sviluppate in ambito francescano circa lo sfarzo delle decorazione, in contrasto con il voto di Povertà. Nel corso del XIV secolo l’usanza degli affreschi votivi, commissionati da singoli devoti, muta il rapporto tra il pubblico e le immagini