L’assenza di forma, il silenzio, la mancanza di esplicita espressione, lungi dal rappresentare un vuoto semantico o una rinuncia alla comunicabilità, possono assurgere a criterio di rappresentazione, definendosi come risultato di contingenze esterne o come volontaria o inconsapevole rinuncia alla formalizzazione. Lo spazio bianco causato dalla perdita, dall’omissione o dalla negazione della forma diventa così manifestazione concreta del non espresso e principio metaforico per una riflessione intorno all’assenza. È su tale tema che il presente volume intende soffermarsi, proponendo brevi saggi raccolti nell’ambito di un’indagine interdisciplinare che coinvolge letteratura, linguistica, filologia e arti figurative