Chiara Matraini (Lucca 1515-1604) costituisce un’eccezione nel panorama del petrarchismo italiano per la ‘storia’ del suo canzoniere, il quale conta ben tre diverse edizioni a stampa pubblicate in vita e distribuite nell’arco di un quarantennio (Lucca, Busdraghi, 1555 e 1595, Venezia, Moretti, 1597). Se le prime Rime, legate a un amore giovanile della poetessa, si rifanno essenzialmente al dettato petrarchesco, l’ultimo canzoniere, rielaborato in parallelo a una serie di opere filosofiche e devozionali, mostra invece una facies radicalmente mutata: le metafore amorose cedono lo spazio a un rarefatto sistema di simboli astrologici e lo stile e la sintassi chiamano in causa il nuovo modello retorico della gravitas. Il presente contributo, par...