La poesia di Sandro Penna, nella presunta trasparenza, solleva questioni che vanno dalla cronologia alla composizione dei libri, dal significato letterale alla molteplicità delle potenziali letture. In particolare la composizione dei volumi in versi (compresa l’auto-antologia del 1973) comporta spesso risistemazioni, trasmigrazioni di testi, soppressione di titoli, varianti, occultamento di date: così l’opera di Penna sembra sganciata da ogni diacronia, presentandosi acronica e anepigrafa. Il compito della critica sta nel tentare di vedere cosa ci sia dietro la volontà dell’autore, scrutando il divenire delle forme e dei temi, come hanno proposto in memorabili articoli, tra loro dialettici e conflittuali, Pier Paolo Pasolini e Cesare Garbol...