Incostituzionale l'inappellabilità del proscioglimento in abbreviato per vizio totale di mente: cronaca di una pronuncia annunciata

La Corte costituzionale si pronuncia nuovamente in materia d'inappellabilità delle sentenze di proscioglimento, introdotta dalla l. 20 febbraio 2006, n. 46, restituendo all'imputato l'appello avverso le sentenze di proscioglimento rese nel giudizio abbreviato per incapacità d’intendere e di volere. Come correttamente evidenziato dal Giudice delle Leggi, infatti, costituiva lesione del diritto di difesa dell'imputato l'impugnazione della sentenza di condanna alla sola pena pecuniaria, a cui si contrapponeva l'impossibilità di appellare sentenze di proscioglimento aventi effetti pregiudizievoli, come quelle applicative di misure di sicurezza. Ma la pronuncia della Corte costituzionale produce inevitabili irragionevolezze di sistema, essendo in ogni caso precluso all’imputato, all’esito del giudizio abbreviato, l’appello avverso la sentenza di proscioglimento diversa da quella di difetto d’imputabilità per vizio totale di mente