La rappresentazione della malattia psicofisica e delle sue funzioni nell’opera di Denis Diderot si pone in un rapporto dialettico aperto con le teorie mediche prodotte dalla scuola vitalista di Montpellier, alla metà del XVIII Secolo. L’interesse dei medici e di Diderot per la malattia psicosomatica si inserisce in una crescente attenzione alla realtà del quotidiano, ma è altresì stimolato, dalla diffusione della filosofia empirica di Locke e di Condillac che, superando il dualismo cartesiano, promuove il riconoscimento di un’interdipendenza reciproca delle sfere fisica e morale e conduce alla concezione unitaria dell’organismo in quanto animata anatome, in cui l’anima si incarna. Una serie di soluzioni concettuali, metodologiche e formali ...