La riscoperta del ǧihād: la lettura rivoluzionaria di Sayyid Quṭb

Questo saggio si concentra sull’elaborazione teorica intorno al tema del ǧihād dell’egiziano Sayyid Quṭb (Sayyid Quṭb Ibrāhīm Ḥusayn al-Shādhilī, 1906-1966), figura di spicco dei Fratelli Musulmani, recluso nelle carceri nasseriane dal 1954 e giustiziato il 29 agosto 1966.Teorico di riferimento dell’intera galassia dell’islam militante, le sue opere sono ancora oggi molto note in tutto il mondo musulmano, dal Marocco all’Indonesia (passando per le comunità musulmane presenti in Europa), anche e soprattutto per la peculiare lettura che egli ha dato del concetto di militanza per il ǧihād islamico, assolutamente centrale nel suo pensiero e che sarà ripreso molti anni dopo la sua morte da altri militanti jihadisti, non a caso definiti, quasi fossero una vera e propria corrente religioso ideologica, i Quṭbisti. È con lui che si evidenzia quel ‘salto di qualità’ nell’accezione moderna del concetto di ǧihād che condurrà poi alle particolari interpretazioni, per lo più aberranti, scaturite in anni recenti.This essay focuses on the theoretical elaboration around the concept of ǧihād by the Egyptian Sayyid Quṭb (Sayyid Quṭb Ibrāhīm Ḥusayn al-Shādhilī, 1906-1966), a prominent figure of the Muslim Brotherhood , imprisoned in Nasserist prisons since 1954 and executed on August 29, 1966. His works are still very famous today throughout the Muslim world, from Morocco to Indonesia (passing through the Muslim communities present in Europe), also and above all for his peculiar reading of the concept of militancy for the Islamic ǧihād, absolutely central in his thought and that will be resumed many years after his death by other jihadist militants, not coincidentally defined "Qutbists". His peculiar elaboration of the concept of ǧihād will lead to the mostly aberrant interpretations, arising in recent years