Pensare architettonicamente

Di e su Bruno Zevi si è detto e scritto tanto e probabilmente altrettanto si dirà e scriverà in futuro, ampiamente aiutati dalla caratura del personaggio e dalla vis polemica che lo ha sempre contraddistinto. Ciò nondimeno, le giornate di studio organizzate dai Dipartimenti di Architettura e Progetto e Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura di Sapienza in occasione del centenario dalla nascita assumono un significato a mio avviso particolare per due ordini di motivi: da un lato intendono concentrarsi sull’attività didattica di Zevi, dall’altro si svolgono nella prima e più antica Scuola di Architettura d’Italia (anch’essa centenaria…) proprio dove il prof. Bruno Zevi ha per molti anni insegnato concorrendo direttamente e trasversalmente alla formazione di generazioni di architetti e studiosi. Ho usato non a caso l’avverbio trasversalmente: interrogarsi seriamente sul ruolo e impatto del professor Zevi implica infatti la necessità di superare la stretta e a volte poco comprensibile sovrastruttura che cataloga il sapere in Settori Scientifico Disciplinari adoperando una prospettiva non vincolata e più lontana, capace per questo di riabbracciare sinteticamente la sostanziale unitarietà dei saperi che ruotano attorno all’Architettura e ovviamente al suo insegnamento