Si studiano i fenomeni fonici e fonosimbolici di una raccolta di poesie caratterizzate insistiti processi allitterativi che per i loro ritorni diventano fatti di stile, quasi che, per la loro assidua presenza, fossero l’idioletto rivelatore di un «etimo spirituale». Il ritorno degli stessi echi verbali rassicura chi legge, immettendolo dentro un’eufonia regolare che non delude le sue esigenze di ordine e di armonia. Al tempo stesso una pur lieve irregolarità, una sola, intenzionale lacuna di un fonema non più iterato dopo una serie di prevedibili ritorni può produrre una sorpresa, un risalto equivalente alla mossa del cavallo di Sklovskij, che abbandona il prevedibile percorso rettilineo per imboccare uno straniante scarto laterale. I suoni...