I Romani chiamavano il nocciolo “abellana”, dal nome della città di Abella i cui ruderi esistono ancora nei pressi di Avella, in provincia di Avellino, probabilmente perché la zona era ricca di questi alberi. Negli Erbari del Rinascimento si usava ancora chiamare la pianta del nocciolo “avellana”, termine poi adottato in botanica dove il nocciolo è detto Corylus avellana; il nome del genere deriva dal greco córys che significa “casco” poiché il frutto è racchiuso in una brattea verde simile ad un copricapo. E’ una pianta molto elegante, la cui chioma spicca in un qualsiasi giardino perché si allarga, grazie ai tanti polloni, da un unico ceppo. Dal suo legno i pastori abruzzesi ricavavano il proprio bastone, come ricorda G.d’Annunzio: “Set...