La politia aristotelica e l'elogio della mediet\ue0

Sensibile alla natura molteplice della realt\ue0 politica e ai rischi degli estremi presenti nelle polis del suo tempo, Aristotele propone la via di una mediazione tra le parti costitutive della citt\ue0 come tutela del bene politico pi\uf9 grande: una buona costituzione in grado di durare nel tempo. Se la polis \ue8 caratterizzata dall\u2019antagonismo fra classi portatrici di interessi e aspirazioni differenti , allora il discorso aristotelico si giustifica come studio dei modi in cui le costituzioni si strutturano, vivono e si modificano \uaba seconda degli assetti di volta in volta raggiunti in quel campo di forze determinato dai reciproci rapporti tra le varie parti della citt\ue0\ubb, il cui spazio \ue8 riempito \uabdai ricchi o dai poveri, dai nobili o dagli ignobili, dai molti o dai pochi\ubb . Per Aristotele, infatti, \ue8 necessario che le costituzioni siano tante quanti sono gli ordini determinati dai rapporti di dominio e di differenza tra le classi e, pi\uf9 in generale, tra le componenti politiche, senza che questo lo porti a teorizzare, come nella prospettiva pessimistica di Platone, un mutamento delle polis sempre verso il peggio. Al contrario, l\u2019interesse teorico e pratico dell\u2019analisi aristotelica \ue8 rivolto alla salvezza di ogni costituzione. Si tratta quindi di eliminare gli estremi che nella societ\ue0 politica portano alla sovversione, facendo crescere e rafforzando la classe dei medi proprietari, e facendo in modo, al tempo stesso, che ciascun elemento della polis continui a essere quello che \ue8. Infatti, condizione essenziale di una costituzione che voglia sopravvivere \ue8 che tutte le parti della citt\ue0 si propongano di continuare a essere quelle che sono . Tutto ci\uf2 presuppone una costituzione \u201cmediana\u201d: \uab\ue8 chiaro che la forma media di costituzione \ue8 la migliore: essa sola non \ue8 sconvolta da fazioni, perch\ue9 dove il ceto medio \ue8 numeroso, non si producono affatto fazioni e dissidi tra i cittadini\ubb (Pol. IV, 11 1296 a 7-9; cfr. 1295 b). Il discorso sul peso teorico e il valore politico della medietas, nelle sue connessioni col tema della \u201cmiscela\u201d o \u201ccommistione\u201d di ordinamenti costituzionali, far\ue0 da filo conduttore nelle considerazioni che seguono. Il regime misto apparir\ue0 come il risultato pi\uf9 rilevante della riflessione aristotelica sulla stabilit\ue0 e la durata di una costituzione politica, dopodich\ue9 non sar\ue0 pi\uf9 la saldezza bens\uec (come in Polibio ) la potenza della costituzione \uabla cifra dell\u2019attenzione rivolta alla mikt\ue8\ubb . Seguendo il duplice filo della mediet\ue0 e della mescolanza sar\ue0 possibile mostrare come esse siano il prodotto forse pi\uf9 naturale del carattere ambiguo della riflessione aristotelica. La scienza politica di Aristotele presenta infatti due poli: l\u2019uno ideale, per non dire \u201cutopico\u201d, che contempla la costituzione migliore in assoluto come quella coerente con la natura umana e con le risorse che ci si aspetta siano disponibili nelle circostanze pi\uf9 favorevoli \u2013 e, in assenza di ci\uf2, la costituzione migliore realizzabile da una polis greca; l\u2019altro empirico e realistico, che riguarda il mantenimento dei sistemi politici realmente esistenti . La tensione tra questi due poli rende ambivalente la scienza politica stessa: essa \ue8 empirica, e in quanto tale indirizzata agli esperti e praticabile come una tecnica neutrale indipendente dai fini buoni o cattivi; ma \ue8 anche pragmatica, in quanto esercizio della virt\uf9 intellettuale della saggezza pratica (phronēsis), tesa alla perfezione della polis e dei suoi cittadini. La testimonianza principale dell\u2019interazione tra queste due concezioni emerge in un passo del primo capitolo del libro IV della Politica, dove si mostra che l\u2019indagine politica implica sia lo studio di come una certa costituzione pu\uf2 venire a esistenza, sia di come, una volta costituitasi, possa preservarsi il pi\uf9 a lungo possibile . Ma questo chiama in causa non solo la costituzione pi\uf9 alta, o la migliore possibile date certe condizioni, ma anche le costituzioni di rango inferiore a condizione che i politici..