Villa Emo

Nell\u2019ampia pianura trevigiana ai piedi delle prealpi feltrine, tra il Brenta ed il Piave, si estende il vasto Complesso di Villa Emo, ideato da Andrea Palladio, il pi\uf9 sobrio e sereno fra i grandi architetti del Cinquecento. Com\u2019\ue8 noto, il Palladio svilupp\uf2 i propri progetti per la committenza privata delle famiglie patrizie veneziane nell\u2019ambito delle residenze di campagna legate alla produttivit\ue0 del mondo agricolo (la cos\uec detta \u201ccorsa alla terra\u201d), riuscendo ad assicurarsi la progettazione di una parte cospicua delle 257 ville costruite nel \u2018500, soprattutto lungo il Brenta e nella regione dei Colli Euganei. Tra le ville palladiane, il progetto di Villa Emo, risulta probabilmente quello pi\uf9 rappresentativo dell\u2019attivit\ue0 dell\u2019architetto in relazione al territorio ed alla committenza. L\u2019impianto della Villa L\u2019intero progetto \ue8 segnato dal grande viale alberato: asse portante nord-sud del collegamento tra il corpo principale della Villa, i terreni di propriet\ue0 e l\u2019esterno. Ortogonale a questa direttrice nord-sud, un altro asse di viabilit\ue0 principale divide gli ambiti della Villa e dei suoi annessi (Fattoria) dall\u2019insediamento denominato Borgo, costituito da corpi di fabbrica minori, a cavallo del viale alberato e destinato al servizio ed alla gestione dell\u2019intera propriet\ue0. L\u2019impianto della Villa e del complesso risulta quindi ancorato a questi due assi principali, la cui perfetta intersezione nel corpo centrale dell\u2019edificio \ue8 sottolineato dalle due rampe di accesso, anteriore e posteriore, a rimarcare la sua completa appartenenza al territorio. Sintesi di Architettura e Paesaggio Lo stretto legame al territorio \ue8 sottolineato dalla forma stessa di Villa Emo, aperta su tutti i fronti per controllare visivamente la pianura circostante. Il linguaggio architettonico di Villa Emo dimostra, ancora una volta, in che modo il Palladio si sia operato per superare il problema dell\u2019inserimento della Villa nel Paesaggio, preoccupandosi dell\u2019aspetto funzionale non meno che di quello paesistico e scenografico, cercando un difficile equilibrio tra l\u2019isolamento aristocratico che deve mantenere la dimora di un nobile cittadino desideroso di godersi gli svaghi della villeggiatura, e la prossimit\ue0 alle fattorie ed ai magazzini necessaria ad un amministratore oculato dei propri beni agricoli. E\u2019 in funzione di questo equilibrio che Villa Emo, cos\uec come le ville palladiane in genere, si compone di un nucleo centrale il pi\uf9 delle volte rigorosamente geometrico, che si espande in ali rustiche ed in porticati (le famose \u201cbarchesse\u201d) destinate ad accogliere gli attrezzi agricoli. In questo prolungarsi all\u2019infinito degli assi visuali, edificio e paesaggio diventano elementi di un solo assieme e reciprocamente dipendenti