Castelli federiciani in Romagna

none1no«In qualibet civitate, in qua dominium habuit, voluit habere imperator palatium aut castrum»: Salimbene de Adam esprime con chiarezza quale fu il tratto più vistoso della politica urbanistica di Federico II, un aspetto noto e ben studiato per tutte le città del regno normanno. Ma la testimonianza di Salimbene, nato a Parma e frate francescano che trascorse la sua vita a nord degli appennini, non va riferita alle città del Sud della penisola ma alle realtà territoriali a lui più vicine, la Romagna, per esempio, e la Toscana le cui città aveva avuto modo di frequentare e conoscere di persona. Sulla scorta di tracce cronachistiche e documentarie si ricostruisce così la vicenda dei castelli urbani costruiti da Federico II in tutte le città romagnole, a controllo delle città stesse e dell’intera regione, precocemente demoliti e distrutti nel corso delle lotte di parte della seconda metà del secolo XIII, e sostituiti da rocche “guelfe”.Il convegno, tenutosi a Cherasco il 15 e 16 novembre 2008 presso la sede del CISIM (Centro Internazionale dI Studi sugli Insediamenti Medievali), con il contributo della provincia di Cuneo, del Comune di Cherasco, della Banca di Credito Cooperativo di Cherasco e con la collaborazione dell’associazione Culturale Antonella Salvatico/Centro Internazionale di ricerca sui Beni Culturali, del Corso di laurea in Scienze del turismo (Facoltà di lingue e letterature Straniere dell’Università di Torino). Le ricerche e la pubblicazione degli atti sono state parzialmente finanziate dal Ministero dell’Università e della Ricerca (progetto PRIN 2006, coordinato da Francesco Panero), dall’Università di Torino e dalla Regione Piemonte.noneT. LazzariT. Lazzar