Nel quadro della coscienza ambientale che permea il pensiero contemporaneo si inserisce la preoccupazione di mantenere allo stato naturale alcune aree per lo svago e per il tempo libero, onde sfuggire, anche temporaneamente, ad un mondo oltremodo artificiale e a spazi sempre più invasi da attività produttive. La sparizione di aree naturali, di boschi e foreste e la progressiva perdita di biodiversità di fronte all’invasione dell’uomo, si pongono come le inquietudini principali dell’etica moderna, unite ai timori riguardanti la fame, la povertà, l’eccessiva crescita demografica e l’apparizione di nuove malattie. Al punto in cui è giunta l’industrializzazione è difficile, quando non impossibile, qualunque passo a ritroso verso lo stato di na...