L\u2019\u201cErcole amante\u201d di Buti e Cavalli: le tecniche di scrittura

Una quindicina d\u2019anni dopo l\u2019occasionale ripresa parigina dell\u2019Egisto (1646), dramma per musica di Giovanni Faustini musicato da Francesco Cavalli (Venezia 1643), un\u2019opera nuova di zecca del grande operista veneziano \u2013 l\u2019Ercole amante, tragedia in un prologo e cinque atti di Francesco Buti \u2013 inaugura (1662) il grande teatro d\u2019opera costruito dagli architetti modenesi Vigarani nella corte di Parigi. A leggere il libretto, sembra che al Buti \u2013 attivo da un ventennio quasi esclusivamente in Francia \u2013 manchi la conoscenza e il confronto con la produzione operistica veneziana pi\uf9 recente. Se l\u2019Egisto di Faustini \ue8 un frutto della precoce codificazione e del rapido consolidamento della drammaturgia operistica veneziana, l\u2019Ercole amante di Buti manifesta poetiche e tecniche di scrittura molto differenti: cos\uec ricca di cori e macchine, d\u2019inserti cerimoniali e coreutici, articolata in cinque atti, concepita in prevalenza per un\u2019orchestra a cinque parti, l\u2019Ercole sarebbe risultato decisamente fuori misura \u2013 quanto alla forma e quanto all\u2019organico \u2013 per un teatro impresariale veneziano: e infatti non vi venne mai riproposta. Anche la vicenda drammatica appare estranea alle tendenze dei teatri veneziani e alle inclinazioni di spettatori che nel frattempo avevano scoperto, semmai, gli intrecci di soggetto storico, eroico o tutt\u2019al pi\uf9 pastorale. Sulla scorta delle fonti letterarie che stanno alla base dell\u2019intreccio, il contributo si propone di schematizzare le tecniche di scrittura drammatica dell\u2019Ercole amante e di metterle a confronto con le convenzioni del teatro musicale veneziano di vent\u2019anni prima, esemplificate proprio nell\u2019Egisto