I « piccoli » nel collegio dei nobili di Parma (secc. xvii-xviii)

Nel periodo di governo dei gesuiti (1604-1768) nel collegio dei nobili di Parma, luogo di formazione delle élites europee, si accettavano convittori anche bambini e veniva riservata loro un’attenzione particolare riguardo alla salute, alla pulizia, al gioco, agli esercizi cavallereschi, alle devozioni, all’istruzione catechistica. L’infanzia si delinea, così, come età specifica in termini di bisogno di protezione e di servizio, di contenimento e di adatta adattamento delle attività dei più grandi. Ad essa si legano alcune pratiche pie. Nelle camerate del convitto, più che nelle aule scolastiche, si attua una distinzione per età, in particolare riguardo ai più piccoli. L’immagine dell’infanzia risulta complessa, oscillante tra minorità, scarso autocontrollo, innocenza e grazia. Nel suo funzionamento il convitto gesuitico individua pertanto caratteristiche proprie dell’infanzia rispetto all’adolescenza/giovinezza.During the government of the Jesuits (1604-1768) in the college of nobles at Parma, an educational establishment for the elites of Europe, boarders, including children, were accepted and were given special care regarding their health, cleanliness, games, horsemanship, the devotions, and catechistic education. Childhood is thus outlined as age-specific in terms of the need for protection and help, containment and the transition to activities as they get older. Some pious practices are linked to the college. The organisation of the bedrooms at the school was done according to age, particularly with regard to the smallest children, rather than in classrooms. The image of childhood is complex, ranging from minority, low self-control, to innocence and grace. In its organisation therefore, the Jesuit boarding school identifies characteristics of childhood as distinct from adolescence/youth