I patrimoni degli emigrati politici e le pratiche repressive dei Borbone. 1848-1860

Il testo analizza quell’aspetto della repressione politica nel Regno delle Due Sicilie, che tra il 1848 e il 1860 mirò a colpire i beni degli emigrati : tema ricorrente nelle scritture degli esuli, che enfatizzano l’arbitrio di un potere che condannerebbe alla miseria, con gli oppositori politici, le loro innocenti famiglie. Rivisitandolo attraverso fonti amministrative, il quadro che emerge, tuttavia, é molto diverso. Le misure dirette a colpire i patrimoni, infatti, sono compensate da provvedimenti di protezione verso le famiglie degli emigrati e dal rispetto dei diritti proprietari individuali. Tra paternalismo, leggi garantiste, contrattazioni e astute strategie, soprattutto femminili, per vanificare le misure di sequestro, il confronto tra gli emigrati, le loro famiglie e le istituzioni borboniche si rivela molto più complesso di quanto il canone narrativo antiborbonico lo abbia rappresentato.The essay analyses a particular aspect of the political repression in the Kingdom of the Two Sicilies, between 1848 and 1860, aimed at attacking political exiles’ properties: a subject that the exiles themselves emphasized in their writings, denouncing the arbitrary power that condemned to misery not only the exiles, but also their innocent children and wives. Analysing this subject on the basis of administrative documents, nevertheless, a different story emerges. The same institutions that pretend to attack exiles’ properties, in fact, adopt measures of protection for their women and children and respect property rights of their families. Among paternalism, laws aimed at respecting property rights, negotiations, smart women’s strategies to make confiscations vain, the relationship among the exiles, their families and the Bourbon Kingdom appears much more complex than it is showed by anti-Bourbons narratives