Nel fiorente sviluppo delle arti manifestatosi in Italia durante il Rinascimento, minore attenzione ha sempre destato tra la critica la tecnica della tarsia lignea. Eppure la sua fortuna, essenzialmente tra il Quattro e il Cinquecento, assume un risalto che ci pare innegabile nel momento in cui si osservino le peculiarità di una diffusione (per tutto il XV secolo confinata pressoché alla sola penisola italiana) che assume di volta in volta connotati specifici in virtù della declinazione territoriale che sottende la genesi dei diversi cicli, ma a conti fatti si struttura secondo un codice informato di valori condivisi. Né scultura, né pittura (o forse “pittura di legno”, giusta la definizione di Pier Luigi Bagatin quale parafrasi dell’espre...