I santuari di Satyrion. Contesti, materiali e forme rituali nella chora tarantina

Il sito di Satyrion, citato negli oracoli di fondazione della colonia di Taranto come luogo del primo approdo dei coloni spartani, è noto archeologicamente per la presenza di due santuari, entrambi oggetto di indagini recenti da parte dell’Università di Roma “La Sapienza”. Il luogo di culto sull’Acropoli, consacrato ad Atena, rappresenta un caso di studio esemplare per la possibilità di analizzare le forme di strutturazione del sacro nella fase iniziale della colonizzazione, documentando i rapporti con le preesistenti comunità indigene japigie. Il santuario della sorgente, dedicato ad Afrodite Basilìs, si sviluppa prevalentemente tra l’età arcaica e quella ellenistica e, nella variazione di quantità, qualità e tipologia delle offerte votive, offre uno spaccato del funzionamento diacronico di un luogo di culto situato nella chora ma strettamente legato alla colonia di Taras. Il quadro emerso da una prima analisi dei contesti votivi e delle dinamiche legate alla frequentazione sacra è risultato ricco e articolato, tanto da porre in evidenza l’unicità del ruolo svolto dal sito di Satyrion nella conoscenza dell’archeologia del culto in Magna Grecia. In questa prospettiva, il presente contributo intende partire dal quadro assai ampio offerto dalle forme e dai protagonisti del culto, indagando in particolare gli strumenti della comunicazione rituale, presentati in chiave diacronica, con lo scopo di fornire una prima lettura interpretativa delle testimonianze archeologiche. I risultati così ottenuti, saranno infine messi in relazione al tema del rapporto tra Greci e altre popolazioni del Mediterraneo, che trova in Satyrion il luogo adatto per l’osservazione e lo studio dei fenomeni e dei processi nati dal contatto e dagli scambi culturali che ne derivano