Nella variegata realtà della prigionia di guerra italiana nell’ultimo conflitto, ha avuto sue precise peculiarità la vicenda dei 50.000 militari detenuti negli Stati Uniti. Dopo l’8 settembre, da nemici, essi diventarono “alleati” degli anglo-americani. I comandi statunitensi proposero loro un’adesione volontaria e individuale ad un programma di cooperazione, senza avere mai l’avallo ufficiale del governo Badoglio. Per i prigionieri non si trattò di una scelta semplice. Sperando in un miglioramento delle condizioni materiali e maggiori libertà, la maggioranza scelse di collaborare, ma a spingerli fu soprattutto la stanchezza dopo lunghi anni di guerra. Marginali furono invece le scelte motivate politicamente. Chi decise di non cooperare non...