L'ABORTO IN IRLANDA: TRA SENTIMENTO RELIGIOSO E TENTATIVI DI RIFORMA

Le leggi sull'aborto della Repubblica d'Irlanda sono tra le più restrittive in Europa e nel mondo. L'aborto è, infatti, ammesso solo se necessario per salvare la vita della partoriente. In tutte le altre circostanze, invece, è un reato punito con la reclusione. La criminalizzazione dell'aborto risale a una legge del 1861, rafforzata nel 1983 dal passaggio dell'ottavo emendamento che, modificando l'articolo 40.3.3 della Costituzione, ha introdotto un esplicito diritto alla vita del nascituro che, di fatto, si traduce in un divieto di aborto per le cittadine dell'isola. Lo scopo del presente elaborato è, pertanto, ricostruire il panorama legislativo abortivo irlandese, focalizzandosi sul controverso ottavo emendamento e sulle difficoltà interpretative che esso ha generato tra i giudici irlandesi e non. Gli ultimi due capitoli dell'elaborato, infatti, sono dedicati agli approcci interpretativi e giurisprudenziali dell'Unione Europea e delle Nazioni Unite sulla problematica dell'aborto irlandese