La molteplicità dei rischi che interessano il nostro Paese e la fragilità dei sistemi urbani e territoriali esposti richiedono un sostanziale ripensamento degli approcci e degli strumenti finora utilizzati per conoscere, prevenire e mitigare i rischi. Il prevalere di logiche emergenziali, l’elevata frammentazione delle conoscenze, la segmentazione delle competenze e la settorialità degli strumenti hanno, infatti, limitato l’“utilizzabilità” delle conoscenze disponibili nei processi decisionali orientati al governo del territorio e affidato la gestione dei rischi ad ambiti prevalentemente “tecnici”, con una limitata attenzione alla compatibilità tra scelte di uso del suolo e rischi e un ridotto o nullo coinvolgimento delle comunità locali. I...