Giuseppe Achilli, architetto dell’ultimo Ancien Régime. Il Palazzo ‘Priorale e Magistrale’ di Santarcangelo di Romagna

Nel 1797, l’ingresso delle truppe napoleoniche nello Stato della Chiesa pose fine nella legazione di Romagna alla lunga dominazione pontificia che ivi si perpetuava da ormai quasi tre secoli. Ciò costituì uno sconvolgimento generale dello status quo dell’epoca che, se per un versò favorì una nuova produzione edilizia tesa ad esaltare il governo instauratosi, per altro verso determinò il definitivo abbandono di alcuni cantieri in fase di attuazione. È il caso, ad esempio, dell’imponente progetto per un nuovo "Palazzo Priorale e Magistrale" a Santarcangelo di Romagna (dal 1787), la cui realizzazione subì un’inevitabile arresto che lasciò su carta il disegno del suo autore, Giuseppe Achilli (1752-1810): un architetto locale fino ad oggi sostanzialmente ignorato dalla critica. In tal senso, l’analisi dei disegni e della documentazione inerente questa eccezionale emergenza comparata con il resto della sua attività progettuale svolta al servizio di Papa Pio VI Braschi (1775-99) – per cui fra l’altro inventò un arco trionfale, collaborò con Cosimo Morelli (1732-1812) alla realizzazione della facciata per il palazzo del Ridotto dei Nobili di Cesena (dal 1782) ed elaborò una nuova chiesa pretoriale a Cesenatico (dal 1784) – sembra costituire un interessante caso di studio, utile a definire con maggiore chiarezza l’ultima fase artistica dell’Ancien Régime nella regione, ormai consolidata in un moderato e decoroso atteggiamento nobilitativo, paradigma dignitoso di una società in fermento