Crimine e Immigrazione in Italia

Le principali teorie eziologiche sulla criminalità prevedono una maggiore propensione al crimine da parte degli immigrati a causa delle loro condizioni socio-economiche. Ciò nonostante, la relazione tra immigrazione e crimine è oggetto di un acceso dibattito, in cui le posizioni ideologiche tendono a prevalere sulle prove scientifiche. Questo lavoro è costituito da una ricerca empirica, che riguarda il confronto tra la evoluzione della criminalità in Italia dal 1988 al 2015 e la crescita nello stesso periodo della presenza di immigrati stranieri nel Paese. Il contributo degli immigrati stranieri alla criminalità in Italia è misurato attraverso l’indice di incriminazione relativa, proposto dall’autore. I risultati della ricerca indicano una sovra-rappresentazione degli immigrati stranieri tra coloro che sono incriminati sia per i delitti più gravi sia per quelli più diffusi. Tale sovra-rappresentazione permane anche quando sono considerate le differenze di genere e età tra immigrati e nativi e la presenza di immigrati clandestini.The main criminological theories suggest that the immigrant has – for socio-economic reasons – a higher propensity to crime. However, the immigration-crime link has originated a hot debate, in which ideological elements often prevail on scientific evidence. The present essay is based on an empirical research work focusing on the comparison between the evolution of crime in Italy from 1988 to 2015 and the growth of the immigrant population in the country. The contribution made by foreign immigrants to crime in Italy is measured by means of the index of relative incrimination, proposed by the author. The research results show that immigrants are a more than proportional share of those charged with both the most serious and the most common offences. This share remains more than proportional even when the differences between immigrants and natives in terms of gender and age and the presence of illegal immigrants are controlled for