“Dopo gli steli ritorti quasi segnati dalla fiera del vento e gli spiritati girasoli di Van Gogh, dopo i mazzi nervosi di De Pisis, dopo i patetici garofani di Mafai e le sontuose peonie di Bonnard, questi fiori di Melecchi sembrano piuttosto dei prodigi minerali” (Lorenza Trucchi, Il Momento, 6 novembre 1953). Intensi nella loro semplicità, i Fiori di Pietro Melecchi sono giunti nelle collezioni dell’Ateneo triestino perché acquistati in seguito alla partecipazione dell’artista all’Esposizione nazionale di pittura contemporanea del 1953. Dal carteggio conservato presso l’Università si desume che l’artista viene, in un primo momento, segnalato al rettore dal pittore Beppe Guzzi, mentre in una lettera del 2 settembre 1953 è lo stesso Melecch...