Il saggio indaga i rapporti complessi tra la filosofia e le arti durante la prima rivoluzione industriale inglese, soffermandosi sulle interrelazioni tra le posizioni economico-filosofiche di fine Settecento e dei primi dell’Ottocento ed i cambiamenti artistici ed urbanistici. Di fronte all’avanzare della città dell’età industriale, furono proposte e, con scarsi successi, realizzate le città utopistiche di Owen, di Fourier e di Ledoux. Inoltre, si è analizzata l’architettura panottica, elaborata da Bentham che troverà grande diffusione anche presso le carceri americane del XX secolo. Si è ragionato intorno al ruolo di Pugin all’interno del Gothic Revival, il quale propose, in opposizione all’industrialismo ed al neo-paganesimo, una “nuova G...