Credito e notai : capitali per l'economia veronese del secondo Seicento

Nella Verona della seconda met\ue0 del Seicento, accanto a una rete \u201cistituzionale\u201d del credito (monti di piet\ue0 e operatori professionali), si svilupp\uf2 un\u2019ampia rete informale di prestiti che faceva perno su un professionista non direttamente specializzato nel mercato finanziario, eppure cruciale per il suo funzionamento: il notaio. Grazie alla sua attivit\ue0, questi era in grado di raccogliere una grande quantit\ue0 di informazioni sui propri clienti, sui loro patrimoni, acquisti, vendite, attivit\ue0 finanziarie, e di sapere chi aveva liquidit\ue0 da investire e chi la stava cercando. Selezionando e usando efficacemente queste informazioni, il notaio riusciva quindi a mettere in contatto - con successo, rapidit\ue0 e nessun costo aggiuntivo - debitori affidabili e creditori ben provvisti. Basandosi sullo spoglio di oltre 11.000 contratti rogati in quattro anni campione, Marcella Lorenzini ricostruisce cos\uec le dinamiche e i meccanismi di questo mercato informale del credito, dinamico, flessibile, e animato da ampie frange della popolazione che vi ricorreva per far fronte a moltissime necessit\ue0, dai bisogni quotidiani agli investimenti produttivi, dalla costruzione di infrastrutture all\u2019avvio di attivit\ue0 commerciali. Insieme a questi capitali circolavano e si rafforzavano valori quali la fiducia, l\u2019onest\ue0 e la reputazione, al centro di un mercato del credito che fu protagonista della ripresa dell\u2019economia veronese e della sua modernizzazione