Pearl Buck nel catalogo Mondadori, 1933-1960 : l’Oriente favoloso’ di un Nobel americano

Il saggio \ue8 dedicato alla fortunata vicenda editoriale italiana del Nobel americano Pearl S. Buck, prolifica autrice di una serie di best-seller di ambientazione cinese dagli anni Trenta fino agli anni Sessanta. Grazie alla consultazione dei documenti conservati presso la Fondazione Mondadori di Milano (pareri di lettura, carteggi tra autrice e Presidente, tirature, bolle commerciali), il saggio descrive la parabola della ricezione italiana di Pearl Buck dagli anni Trenta \u2013 il \u201cdecennio delle traduzioni\u201d, secondo la celebre definizione di Cesare Pavese \u2013 alla fine degli anni Cinquanta, analizzando i vari contesti storici, politici e culturali in cui si colloca la produzione dell\u2019autrice all\u2019interno della Mondadori. Degli anni Trenta sono cos\uec restituiti la relativa incolumit\ue0 dei romanzi di Buck rispetto alla censura fascista e l\u2019impronta indelebilmente \u201ccinese\u201d della sua produzione; del decennio successivo la difficolt\ue0 di fare i conti con i romanzi \u201camericani\u201d della stessa autrice; degli anni Cinquanta la breve \u201crinascita\u201d grazie alla pubblicazione del romanzo storico Donna imperiale, ultimo suo grande successo. Comuni ai tre decenni tirature e dati di vendita altissimi che, unitamente ai moltissimi titoli in catalogo, fanno di Buck una delle autrici pi\uf9 commercialmente feconde della Mondadori degli anni Trenta e del dopoguerra. Quanto alle dinamiche intellettuali interne alla casa editrice milanese che emergono dallo spoglio dei pareri di lettura su Buck, il saggio fa notare tanto un pregiudizio di genere abbastanza scoperto nei confronti di un\u2019opera informata dalla \u201cstruttura del sentimento\u201d e quindi relegata a uno statuto letterario per cos\uec dire inferiore rispetto alle opere di altri autori americani contemporanei che proprio in quegli anni si vanno scoprendo in Italia (Faulkner, Hemingway, Caldwell, Steinbeck, per fare i nomi pi\uf9 noti) quanto una sorta di rimozione dell\u2019\u201cAmericanness\u201d dell\u2019autrice a favore della dimensione orientale delle ambientazioni dei suoi romanzi pi\uf9 conosciuti