La libertà di religione in un'aula di giustizia: istruzioni per l'uso dalla Corte di Strasburgo

Lo scritto si occupa della libert\ue0 di religione ed in particolare affronta la questione delle modalit\ue0 con le quali si pu\uf2 esplicare in un\u2019aula di giustizia. Si tratta di una questione di estrema attualit\ue0, destinata ad assumere ancora pi\uf9 rilevanza in futuro. Questo \ue8 dimostrato anche da una recente pronuncia della Corte di Strasburgo, la quale, in modo insolito ma convincente, dichiara in violazione dell\u2019art. 9 \ua7 2 della Convenzione la scelta di un giudice in Bosnia ed Erzegovina di condannare per oltraggio alla corte una persona che si era rifiutata di togliere il taqiyah. Dal caso si prendono le mossa per discutere diversi e delicati temi, tra i quali il ruolo di un giudice entro la \u201csua\u201d corte e pi\uf9 in generale l\u2019approccio tollerante e inclusivo che ogni giudice dovrebbe tenere quando \ue8 in discussione, in una societ\ue0 democratica, la libert\ue0 di religione.Freedom of religion in a courtroom is the object of this paper. It is a matter of extreme relevance, which is destined to assume even more relevance in the future. In particular, the author starts by discussing a recent case decided by the Court of Strasbourg (Hamidovi\u107 c. Bosnia ed Erzegovina). The Court \u2013 in an unusual but convincing manner \u2013 found a violation of article 9, paragraph 2, with reference to a judge who in Bosnia and Herzegovina condemned for outrage to the court a person who had refused to remove his taqiyah. The case is useful to discuss the role of the judge in a courtroom, with respect to his role and with reference to the tolerant approach that should be adopted in every human rights discourse in a democratic context