Piccoli Peuceti : dati dalle analisi antropologiche di Jazzo Fornasiello (Gravina)

Fin dal principio (2009) il progetto di indagine scientifica nel sito peuceta di Jazzo Fornasiello ha previsto l\u2019analisi dei resti ossei umani, affidata all\u2019esperienza del Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense (LABANOF) dell\u2019Universit\ue0 degli Studi di Milano. Gli scavi nell\u2019area hanno infatti da subito portato alla luce numerose sepolture; al termine della campagna del 2015 le tombe individuate ammontavano a 24, di cui 10 inumazioni di adulti rannicchiati in fossa terragna con copertura litica e 14 sepolture infantili, tutte rappresentate da enchytrism\uf2i in grandi vasi di impasto, soprattutto pithoi, ma anche situle. Le tombe, ascrivibili per ora all\u2019arco cronologico compreso tra met\ue0 VI e fine IV sec. a.C., danno conferma di costumi funerari ben noti anche altrove in Peucezia. A Jazzo Fornasiello infatti, tra la met\ue0 del VI e i primi anni del V sec. a.C., le sepolture si organizzano in nuclei necropolari collocati in spazi liberi alternati ad abitazioni, riferibili con ogni probabilit\ue0 a clan familiari. Trova conferma anche l\u2019abitudine di riservare agli individui subadulti trattamenti differenziati in morte: non solo il grado di crescita biologica, ma anche quello di maturazione sociale, e quindi di avvenuta o meno integrazione all\u2019interno della comunit\ue0, entra in gioco nel sancire il seppellimento del piccolo defunto all\u2019interno di un gruppo familiare ovvero la sua deposizione intra muros sotto i piani di calpestio delle abitazioni o appena fuori in aree di cortile. \uc8 infatti inumato in un pithos di impasto, non lontano da un nucleo di adulti, l\u2019infante della T. VII (met\ue0 VI sec. a.C.) con un corredo composto di olletta cantaroide bicroma e vago d\u2019ambra (fig. 1); le analisi antropologiche hanno dimostrato trattarsi di un bambino morto tra i 12 e i 24 mesi. Appartengono invece per ora tutti a feti e a individui perinatali, cui evidentemente la comunit\ue0 non riconosce una vera \u2018persona sociale\u2019, gli enchytrism\uf2i deposti intra muros, databili su base stratigrafica (in assenza di corredi) all\u2019intero arco temporale tra VI e IV sec. a.C. Ben 7 di questi sono stati individuati nel 2015 nel battuto pavimentale di un ambiente (vano G) dell\u2019Edificio Alfa il quale, per l\u2019effimera struttura dei muri e per l\u2019assenza di una copertura rinvenuta in crollo, si configura per ora come una sorta di \u2018recinto sepolcrale\u2019 (fig. 2). Il microscavo in laboratorio degli enchytrism\uf2i ha consentito di recuperare una ricchissima gamma di informazioni relativa alla storia deposizionale, specie quando i cadaverini inumati in uno stesso contenitore siano risultati pi\uf9 di uno; all\u2019et\ue0 e alle patologie dell\u2019infante; al corredo. Di grande interesse si \ue8 rivelato, ad esempio, l\u2019enchytrism\uf2s II (seconda met\ue0 V sec. a.C.), rinvenuto in uno spazio adibito a cortile nella Casa dei Dolii; l\u2019inumazione, in pithos a situla collocato verticalmente, \ue8 risultata di 5 individui perinatali (36-40 settimane di gestazione), sepolti in almeno due diversi momenti (fig. 3); \ue8 dunque evidente che il contenitore, segnalato in qualche modo in superficie, venne riaperto. Nessuno degli enchytrism\uf2i intra muros di Jazzo Fornasiello ha restituito corredo materiale, ma in tutti si sono trovati ossi di micromammiferi e resti botanici (in particolare carboni), attualmente in analisi; l\u2019occorrenza dei micromammiferi nelle sole sepolture infantili, gi\ue0 segnalata insieme a piccoli volatili per alcune tombe subadulte di Botromagno (area H), potrebbe non essere casuale (dovuta cio\ue8 a semplici \u2018infiltrazioni\u2019), bens\uec legata all\u2019intenzione di accompagnare in morte il piccolo defunto con animali domestici, cibi e fiori. Il quadro patologico dei piccoli Peuceti di Jazzo Fornasiello si rivela a tratti molto compromesso. I feti inumati nelle tombe XVII e XX (figg. 4 e 6) presentavano infatti segni patologici (ad esempio, periostite..) riconducibili a una possibile infezione sistemica, la quale potrebbe aver contribuito alla loro prematura morte, avvenuta in un caso tra il 5\ub0 e il 6\ub0 mese di gravidanza. Di particolare interesse si \ue8 rivelato, inoltre, l\u2019individuo perinatale rinvenuto all\u2019interno dell\u2019enchytrism\uf2s XXII che mostrava le tracce di una neoformazione ossea, possibilmente riconducibile a una forma tumorale in prossimit\ue0 degli organi dell\u2019apparato uditivo (fig. 5). Le peculiari patologie ossee sono tuttavia ancora in fase di indagine