L'Aufhebung hegeliana come continua e costante mediazione razionale

L\u2019impatto del metodo hegeliano nella storia della filosofia fu cos\uec forte che gi\ue0 nel 1841, quando Federico Guglielmo IV di Prussia diede in consegna la cattedra dell\u2019Universit\ue0 di Berlino a Schelling, gli raccomand\uf2 espressamente di distruggere ogni \u201csemente di Drago\u201d che Hegel aveva seminato. Il riferimento alla dialettica \ue8 chiaro. Uno dei pi\uf9 grandi meriti della Fenomenologia dello spirito \ue8 quello di offrire un\u2019unit\ue0 mediata del mondo. Ma come si arriva a questa unit\ue0? Non si pu\uf2 parlare in Hegel di un risultato che non contenga gi\ue0 in s\ue9 le precedenti mediazioni svolte dalla coscienza in lei stessa, come non si pu\uf2 parlare di un\u2019unit\ue0 che non contenga in se stessa le divisioni dialettiche, le negazioni che si sono insediate all\u2019interno stesso della coscienza: quando si arriver\ue0 allo Standpunkt del Sapere Assoluto la negazione non sar\ue0 eliminata, bens\uec si avr\ue0 consapevolezza dell\u2019impossibilit\ue0 di considerare il negativo, l\u2019altro-da-me, l\u2019oggetto, come qualcosa di esterno alla mia coscienza, e allora si compier\ue0 di nuovo l\u2019intero percorso da uno stadio concettuale pi\uf9 elevato. E\u2019 la realt\ue0 umana e vitale l\u2019orizzonte che d\ue0 senso alla dialettica, essa infatti si sviluppa in virt\uf9 del fatto che concepisce la realt\ue0 come una struttura fatta di contraddizioni. Questa struttura dialettica ha tre facce. Isolando il concetto di Aufhebung hegeliano notiamo, infatti, che il sostantivo tedesco assume tre significati principali: quello del negare, del conservare e dell\u2019elevare. La triplicit\ue0 concettuale non fa parte solo dell\u2019Aufhebung, ma \ue8 propria di ogni fenomeno in quanto tale, sviluppato dialetticamente. In questo senso, si pu\uf2 anche parlare di un\u2019autoreferenzialit\ue0 nella filosofia di Hegel: il negare e sperimentare la dilacerazione del concetto in se stesso, eleva la coscienza ad un grado superiore di conoscenza conservando le esperienze precedenti (incluse le negazioni). La ragione hegeliana che concepisce se stessa, non conduce per\uf2 ad un\u2019assolutizzazione del pensiero per lo pi\uf9 statica. Come si evidenzier\ue0 con l\u2019analisi delle categorie logiche hegeliane, c\u2019\ue8 sempre qualcosa in movimento, un processo fenomenologico che non si arresta ma che avanza e torna in se stesso. In questo avanzare, fondamentale \ue8 l\u2019incontro con ci\uf2-che-sta-di-contro (Gegenstand, oggetto, alter-ego), merito del movimento dialettico \ue8 quello di aver portato questo altro nella sfera della coscienza, nell\u2019io. Husserl avrebbe detto, seguendo le sue sintesi cinestetiche: l\u2019aver trasportato lo spazio del l\ue0 nel mio qui. Pi\uf9 dettagliata ed esaustiva sar\ue0 la tematizzazione dell\u2019intersoggettivit\ue0 husserliana resa possibile dall\u2019epoch\ue9 fenomenologica. Certo \ue8 che questa dimensione universale di senso e di percezione del mondo \ue8 resa possibile in primo luogo dalla dialettica