Indagini termografiche del quadro fessurativo della statua in materiale composito: Il Ratto delle Sabine

La statua-modello del Ratto delle Sabine, una tra le pi\uf9 antiche a scala 1:1 conservatasi, fu realizzata dal Giambologna fra il 1579 ed il 1580 e costituisce un interessante occasione di studio delle capacit\ue0 scultoree dell\u2019artista. Come emerso dall\u2019analisi radiografica e dall\u2019ispezione a vista dopo la pulitura superficiale, il modello \ue8 composto di materiali misti quali: legno, terra, corda, paglia, chiodi e ganci metallici, che per la loro diversit\ue0, in particolare in peso specifico, hanno causato la formazione di crepe e fessurazioni in alcuni punti. Un\u2019approfondita analisi del quadro fessurativo \ue8 stata oggetto di una campagna di studio da parte della Galleria dell\u2019Accademia, nella quale una tecnica innovativa di termografia attiva \ue8 stata messa a punto per mettere in luce le possibili connessioni esistenti fra le fessure preventivamente evidenziate sulla superficie del manufatto. L\u2019IRT \ue8 una tecnica non distruttiva gi\ue0 ampiamente utilizzata nello studio di costruzioni edilizie [1], monumenti architettonici [2], affreschi [3], ma solo occasionalmente per l\u2019analisi di manufatti mobili come dipinti su tavola [4] o sculture [5-9]. Essa permette sia indagini strutturali qualitative superficiali e sub-superficiali del manufatto, in modalit\ue0 passiva, che analisi quantitative (termografia attiva) delle propriet\ue0 termiche dei materiali [10]. In ambienti museali climatizzati, tuttavia, l\u2019IRT passiva ha spesso un\u2019applicazione limitata a causa dell\u2019uniforme distribuzione di temperatura che caratterizza l\u2019oggetto. Infatti nel caso del modello del Giambologna \ue8 stata necessaria l\u2019applicazione di una tecnica termografica attiva che tenesse, per\uf2, anche conto dello stato di conservazione precario della statua. L\u2019indagine \ue8 stata condotta infiltrando aria di circa 50 \ub0C nei punti ritenuti critici ed osservando, mediante termocamera microbolometrica AVIO TVS 700, se vi fossero- e quanto prossimi- sbocchi all\u2019aria calda stessa. Le termografie, registrate dopo un periodo di riscaldamento variabile dai 4 ai 9 minuti in dipendenza del possibile percorso dell\u2019aria calda all\u2019interno della struttura, hanno evidenziato proprio il riaffiorare di aria calda da eventuali fessurazioni collegate a quella di infiltrazione non essendo il calore fornito all\u2019aria sufficiente a scaldare porzioni significative della statua medesima. Nel termogramma in Fig. 1, infatti, \ue8 ben visibile la fuoriuscita di aria calda nella parte opposta al riscaldamento (indicato dalla freccia), che evidenzia la reale connessione tra le due fessurazioni. In Fig. 2, invece, relativa alla gamba sinistra del Sabino, si pu\uf2 osservare la presenza di pi\uf9 punti (indicati dalle frecce) di connessione a diversa distanza dal punto di riscaldamento effettuato a sinistra fuori campo. Complessivamente sono stati indagati 13 punti segnalatici preventivamente come critici; di cui solo 4 hanno dato un segnale positivo con un affioramento di calore a distanza superiore ai 3 cm mentre nei restanti punti il calore veniva disperso all\u2019imbocco della fessurazione e non procedeva in alcuna direzione seguendo canalizzazioni sub-superficiali o strutturali del manufatto. In conclusione l\u2019esito positivo di tale indagine ha messo in evidenza la forte potenzialit\ue0 del metodo, importante per lo studio dello stato di conservazione dei manufatti fragili con strutture composite, per le quali l\u2019utilizzo delle usuali tecniche di indagine termografica attiva risulterebbero inadeguate