Paper driver : l'invenzione dell'inglese in Giappone

In questo intervento gli anglicismi della lingua giapponese noti come wasei eigo sono analizzati in base ai loro principi di formazione, individuati in una serie di processi di adattamento chiamati fonologico, prosodico (troncamento), semantico (definito drift semantico), morfologico (affissazione o de-affissazione), lessicale (combinazione di due o pi\uf9 termini per formare un lessema composto), sintattico. Un dato anglicismo wasei eigo pu\uf2 essere il prodotto di pi\uf9 adattamenti, ma perch\ue9 si distingua da un semplice prestito deve essere sottoposto almeno all\u2019adattamento prosodico, che lo rende fonologicamente del tutto opaco rispetto al termine originale e spesso produce falsi amici. Nel caso di anglicismi formati composizionalmente, sono brevemente presi in esame anche i principi sintattici (dominante \ue8 la combinazione di due nomi, uno dei quali in funzione di testa) e tropici (come ci si pu\uf2 attendere, soprattutto metonimia e sineddoche) che guidano il meccanismo compositivo. Infine, viene individuata una gerarchia di prestigio che motiva sociolinguisticamente l\u2019adozione e il considerevole successo degli anglicismi: prestigio individuale, perch\ue9 gli anglicismi dimostrano il possesso di una cultura internazionale e di un superiore controllo motorio dell\u2019apparato fonatorio da parte dell\u2019individuo che li usa; e prestigio sociale, perch\ue9 gli anglicismi suggeriscono che i loro referenti (classi di oggetti o persone, abitudini sociali) esistano anche nella pi\uf9 prestigiosa societ\ue0 statunitense. Qui si innesta il problema della falsificazione, anche inconsapevole, perch\ue9 il wasei eigo \ue8 potenzialmente ingannatore in quanto suggerisce che i suoi referenti esistano anche nella lingua inglese e siano condivisi dalla comunit\ue0 dei parlanti madrelingua inglesi, mentre, per definizione, non lo sono. Un\u2019interessante estensione della ricerca potrebbe consistere nel misurare quanto i parlanti madrelingua giapponesi credano che gli anglicismi da loro usati siano propriamente presiti; e viceversa quanti e quali di essi, e in base a quali principi, possano essere semanticamente trasparenti ai madrelingua inglesi. Lo studio \ue8 condotto su un corpus di circa 280 lessemi raccolti dall\u2019autore da varie fonti, disponibili allo handle hdl.handle.net/2434/215572