La teodicea antimetafisica del giovane Leibniz

Le considerazioni di Leibniz sui temi della teodicea sono caratterizzate, negli anni precedenti la Confessio philosophi, dall\u2019influenza del pensiero di Valla, Lutero, Bisterfeld e Hobbes. A un iniziale atteggiamento volontaristico, secondo il quale l\u2019onnipotenza di Dio \ue8 sufficiente a garantire la giustizia del governo del mondo, succede un primo ripensamento, evidenziato soprattutto nel Von der Allmacht und Allwissenheit Gottes und der Freiheit des Menschen. In questo scritto del 1671 Leibniz riconosce la drammaticit\ue0 del problema del male e attribuisce agli abusi linguistici dei filosofi la responsabilit\ue0 dello stato di discordia nel quale si trova la cristianit\ue0; in particolare egli ritiene che le nozioni di possibilit\ue0 e necessit\ue0 possano essere riportate al loro vero significato attraverso l\u2019analisi del linguaggio comune, che rivela la fallacia del fatalismo. Contro la riduzione del peccato a semplice \u201cnon-ente\u201d e la pretesa della scientia media di sottrarre l\u2019uomo alla predeterminazione, Leibniz afferma che Dio non si limita a permettere i peccati ma ne vuole positivamente l\u2019esistenza, ricondotta per\uf2 ad armonia attraverso la proporzione tra colpa e pena