Riflessioni su dichiarazioni anticipate di trattamento e demenza

Le questioni di fine vita nei pazienti con demenza sono un tema relativamente poco approfondito nel nostro Paese, nonostante gli studi sulla prevalenza di questa malattia stimino che oggi le persone che ne sono affette siano pi\uf9 di sette milioni in Europa e pi\uf9 di ventiquattro nel mondo e, soprattutto, che questi numeri siano destinati a raddoppiare ogni venti anni. Anche il dibattito intorno al disegno di legge \u201cDisposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento\u201d recentemente approvato dal Senato sembra concentrarsi esclusivamente sugli stati vegetativi e non \ue8 stato occasione per evidenziare le peculiarit\ue0 di una situazione che, in funzione dello stadio del deterioramento presente al momento della diagnosi, pu\uf2 comportare una durata di vita con la malattia variabile da tre a venti anni, durante i quali il paziente andr\ue0 incontro ad una perdita graduale, anche se irreversibile, delle sue abilit\ue0 cognitive e che, proprio per questa ragione, ben potrebbe avvalersi dello strumento della dichiarazione anticipata quale reale opportunit\ue0 di esercitare il diritto all\u2019autodeterminazione in merito alle sue future necessit\ue0 di cura. Scopo di questo lavoro \ue8 quello di discutere criticamente alcuni snodi problematici relativi alle dichiarazioni anticipate di trattamento nel caso specifico delle demenze, quali la valutazione della capacit\ue0 di agire in questi pazienti (pregiudiziale alla possibilit\ue0 di redigere atti giuridicamente validi), la questione della vincolativit\ue0 da riconoscere a determinazioni pregresse contrarie a manifestazioni di volont\ue0 attuali, la problematica del consenso anticipato a prendere parte a studi clinici \u2026 Attraverso una revisione della letteratura internazionale, si discute un possibile modello di documento di disposizioni anticipate specifico per persone affette da demenza