Il conoscitore d'arte secondo Max Jacob Friedlaender (1867-1958)

Ricordato soprattutto per i suoi fondamentali studi sull\u2019arte fiamminga, cui dedic\uf2 gran parte della sua lunga attivit\ue0 di studioso, Max J. Friedl\ue4nder (1867- 1958) fu anche autore di un interessante libro interamente dedicato alla connoisseurship, nel quale trasfuse una serie di riflessioni di varia natura - teoriche e tecniche - sul \u201cmestiere\u201d di storico dell\u2019arte, che egli lungamente ebbe modo di praticare all\u2019interno dei musei berlinesi, dove lavor\uf2 per molti anni a fianco di Wilhelm Bode. Pubblicato nel 1942 in inglese, col titolo di On Art and Connoisseurship, il libro costituisce una rielaborazione di due precedenti testi di argomento analogo, Der Kunstkenner, del 1919, e Echt und unecht: aus den Erfahrungen des Kunstkenners, di dieci anni dopo. Come testimoniano anche altri suoi saggi, in cui Friedl\ue4nder indulse a considerazioni inerenti ai problemi della connoisseurship, il tema gli stette particolarmente a cuore in ogni tappa del suo percorso di studioso. Programmaticamente avverso alle pretese scientifiche del metodo di Giovanni Morelli, Friedl\ue4nder rivendic\uf2 l\u2019importanza dell\u2019intuizione e guard\uf2 con sospetto a ogni tentativo di sistematizzazione della prassi attributiva, come quello proposto da Berenson in Rudiments of Connoisseurship. Ostile all\u2019impostazione teorica della critica accademica, che accus\uf2 di oscurit\ue0 e sterilit\ue0, si dimostr\uf2 sensibile e attento soprattutto alla definizione e demarcazione delle individualit\ue0 artistiche e poco propenso a un\u2019analisi dei problemi artistici che ne prescindesse, in nome di una considerazione generale dell\u2019evoluzione delle forme