No-tillage ed Indicatori di Qualit\ue0 del Suolo

La transizione da metodi irrazionalmente intensivi di parte del mondo agricolo attuale a sistemi di Agricoltura Conservativa \ue8 gi\ue0 iniziata anche in Italia, pur con qualche lentezza. I nuovi criteri, tecniche, attrezzature vengono man mano integrati con l\u2019esperienza precedente a formare un agrosistema sostenibile, dal punto di vista ecologico, agronomico, sociale ed economico. I vantaggi ambientali ed agronomici sono ormai dimostrati in tante prove sperimentali (Tabaglio e Gavazzi 2009; Mazzoncini et al. 2011), al punto che i programmi di sviluppo rurale di alcune regioni prevedono apposite misure ambientali. La molla pi\uf9 efficace in questa conversione \ue8 la riduzione dei costi di produzione, seguita dalla preoccupazione per l\u2019abbassamento della fertilit\ue0 dei terreni, legato al calo della sostanza organica e della stabilit\ue0 strutturale. La fattibilit\ue0 della non lavorazione (no-tillage, NT) \ue8 gi\ue0 stata provata, compreso il fatto che in certe situazioni \ue8 inapplicabile, e necessita invece di essere seguita scientificamente per adattarla alle varie situazioni pedo-climatiche. Per una corretta adozione dell\u2019NT occorrono indicatori di qualit\ue0 del suolo in grado di segnare tempestivamente la direzione e la bont\ue0 dei risultati raggiunti. L\u2019ipotesi sperimentale \ue8 che gli indicatori biologici siano pi\uf9 veloci nel cogliere le dinamiche pedologiche e quindi pi\uf9 utili nel breve tempo, rispetto a quelli fisico-chimici. I risultati ottenuti hanno dimostrato che anche nel breve periodo,IS e QBS-ar si segnalano come validi indicatori di qualit\ue0 del suolo per velocit\ue0 e robustezza di risultati, mentre la sostanza organica esige tempi pi\uf9 dilatati