L’articolo esamina diacronicamente la produzione filosofica di R. Spaemann dal primo libro su de Bonald (1952) fino a Personen (1996), cercando di farne emergere la statura di pensatore integrale, i cui studi, fondati su solida base storica, spaziano sull’intero arco delle discipline filosofiche, dall’ontologia alla logica, dall’antropologia alla filosofia della natura. Si mettono in evidenza sia i punti chiave nei quali egli ha espresso la sua critica nei confronti della modernità (al consequenzialismo, al finalismo naturale, alla frattura fra natura e ragione), che l’architettura in prima istanza costruttiva del suo pensiero, a grandi linee caratterizzabile come una meditata ripresa del sostanzialismo di impronta aristotelica