I codici di Antonio da Sangallo il giovane (1551-1636) documentano un’attività filologica intensa, e di elevata qualità, sulle "Trecento Novelle" anche dopo la morte di Vincenzio Borghini (1580). Attraverso un censimento dei mss. sacchettiani (con varie nuove aggiunte) che si devono alla mano del bibliofilo Antonio da Sangallo, emerge un'attività d "scribal publication" che si dispiega tanto nella definizione di un canone, all’epoca ancora assai fluido, per la raccolta, quanto nell’approssimazione al testo originale. Quest’ultima è perseguita caso per caso, con particolare attenzione a passi di ardua interpretazione, mediante il raffronto pressoché sistematico dei due rami della tradizione, e nella piena consapevolezza della loro diversità....