L’inchiesta storica nell’epoca digitale

International audiencereti-sapere-territorio, ENS Chiunque abbia dovuto spiegare agli studenti che cosa fosse l'inchiesta storica, o tentato di fornire loro qualche regola per permettergli di svolgere in modo corretto i loro lavori, sa che il compito è difficile e che non è disponibile nessuna descrizione semplificativa. Sperando di riuscirci, e questo è forse un riflesso da storico, siamo tentati di rivolgerci verso coloro che sono presi per i fondatori, un po' mitizzati, della disciplina, i Greci, e i loro continuatori romani che praticano una historia il cui nome rimanda direttamente a quello di inchiesta. Sfortunatamente, Erodoto o Tucidide non ci hanno lasciato nessun trattato nel quale spiegano il modo in cui deve procedere colui che vuole tentare una simile impresa. Dobbiamo dunque ripiegare su un continuatore romano, Luciano di Samosata, sul quale dei buoni testi 3 ci dicono che sia l'autore dell'unico manuale storiografico che l'antichità ci abbia lasciato. Il suo testo 4 , scritto intorno al 165, si adatta proprio al nostro caso. Prima di presentarci la figura dello storico ideale, di descriverci il modus operandi che egli deve seguire e di fornirci dei consigli per la redazione dell'opera tenendo presente il suo percorso, elenca per prima cosa tutto quello che uno storico non deve fare. Leggendolo ci immaginiamo un canuto universitario che inveisce contro i dilettanti o contro tutti quelli che pensano che si possa scrivere la storia senza preoccuparsi di apprendere le regole del mestiere: " Eppure la maggioranza di noi crede di non avere più bisogno di consigli per la loro impresa di quanti non ne servano per camminare, vedere o mangiare. Pensano che scrivere la storia sia una cosa semplicissima, alla portata di tutti quelli che riescono ad esprimere chiaramente tutto quello che viene loro in mente 5 "