Pasquale Culotta immaginava un cambiamento, un avanzamento culturale collettivo capace di coinvolgere tutto e ovunque. Voleva cambiare le regole che governano la nostra societ\ue0 e, nel caso specifico, il governo delle citt\ue0, le baronie universitarie, la professione di architetto, l\u2019editoria di architettura. Per raggiungere questo molteplice obiettivo ha speso la vita, come un eroe \u201canticlassico\u201d (potremmo dire \u201cirregolare\u201d), con umilt\ue0 e determinazione, senza mostrarsi troppo, a volte nascondendosi. Ad esempio, era contrario a definire il suo gruppo come scuola di architettura, perch\ue9 avrebbe connotato una struttura chiusa, un\u2019appartenenza ad un maestro. Aveva certamente davanti gli occhi i danni cul...