Del “Momus” di Leon Battista Alberti, che l'autore non si decise mai a pubblicare, sono state pubblicate modernamente diverse edizioni, ma fino a oggi non si era mai riuscito a chiarire i rapporti semmatici interocorrenti tra i diversi testimoni del testo, tra cui due manoscritti idiografi e due edizioni a stampa contemporanee. Nell'edizione di Furlan e d'Alessandro, accompagnata da un'ampia e dettagliata “Nota al testo”, si ricostruiscono per la prima volta le diverse fasi di composizione, correzione e trasmissione dell'opera, stabilendo con certezza i rapporti tra i manoscritti e le edizioni a stampa e fornendo per la prima volta un testo conferme alla volontà ultima (se pure non definitiva) dell'Alberti