L’etica della spesa nobiliare attraverso l’inventario del duca di Amalfi, Innico Piccolomini (1559- 1566)

Nel XVI secolo l’etica economica nobiliare ruotava attorno a due ingranaggi centrali : la trasmissione del patrimonio, il più intatto possibile, alle generazioni successive attraverso appropriate strategie matrimoniali e testamentarie e la preoccupazione di disporre di risorse sufficienti al mantenimento del proprio status sociale. Per tutelare il prestigio del Casato, l’aristocratico era, infatti, obbligato a vivere all’ombra della Corte e a sostenere spese adeguate al suo rango. In questo contributo, l’autore si propone di analizzare nello specifico il comportamento della famiglia Piccolomini, che, originaria di Siena nel XII secolo, si trasferì nel Regno di Napoli nel 1461, in seguito al matrimonio tra Antonio Piccolomini e la figlia di Ferdinando I d’Aragona re di Napoli, Maria, della cui dote faceva parte il ducato di Amalfi. successive attraverso appropriate strategie matrimoniali e testamentarie e la preoccupazione di disporre di risorse sufficienti al mantenimento del proprio status sociale. Per tutelare il prestigio del Casato, l’aristocratico era, infatti, obbligato a vivere all’ombra della Corte e a sostenere spese adeguate al suo rango. In questo contributo, l’autore si propone di analizzare nello specifico il comportamento della famiglia Piccolomini, che, originaria di Siena nel XII secolo, si trasferì nel Regno di Napoli nel 1461, in seguito al matrimonio tra Antonio Piccolomini e la figlia di Ferdinando I d’Aragona re di Napoli, Maria, della cui dote faceva parte il ducato di Amalfi.Puglia Ilaria. L’etica della spesa nobiliare attraverso l’inventario del duca di Amalfi, Innico Piccolomini (1559- 1566). In: Mélanges de l'École française de Rome. Italie et Méditerranée, tome 119, n°2. 2007. L’Economie de la construction dans l’Italie moderne. pp. 449-460