«Acque e immonditie del fiume» : inondazioni del Tevere e smaltimento dei rifiuti a Roma tra Cinque e Settecento

Le periodiche escrescenze del Tevere costituirono una delle principali cause di destabilizzazione ecologica della Roma del Cinque – Settecento. Il fiume, cui era assegnato il pesante compito dello smaltimento dei rifiuti cittadini, restituiva le immondizie che riceveva direttamente nelle sue acque e quelle che stazionavano sulle sue rive e nei suoi porti. Gli abusivi depositi di «monnezza» che ammorbavano abitualmente vicoli popolari e luoghi di mercato a loro volta impedivano o rallentavano ulteriormente il deflusso delle acque, che stagnando nelle cantine e stanze sotterranee producevano quelle esalazioni nelle quali le teorie «miasmatico-umorali » del tempo individuavano la causa prima dell’aumento della morbilità. Gli editti pontifici e le ordinanze sempre più chiare e dettagliate della Presidenza delle strade imponevano tempi ristretti e metodi precisi per lo «spurgo» . Ma l’onere economico di tali operazioni restava tuttavia a carico dei proprietari. Imporre e disciplinare queste operazioni era arduo anche nella seconda metà del Settecento : la sensibilità popolare verso quest’ordine di problemi anche a Roma maturò lentamente.Megna Laura l. «Acque e immonditie del fiume» : inondazioni del Tevere e smaltimento dei rifiuti a Roma tra Cinque e Settecento. In: Mélanges de l'École française de Rome. Italie et Méditerranée, tome 118, n°1. 2006. Il Tevere : sistema idraulico e asse produttivo (XVe-XIXe siècle) pp. 21-34