Gli infanti «esposti» del Santo Spirito in Saxia di Roma tra '500 e '800 : numero, ricevimento, allevamento e destino

Claudio ScHiAVONi, Gli infanti «esposti» del Santo Spirito in Saxia di Roma tra '500 e '800: numero, ricevimento, allevamento e destino, p. 1017-1064. Sino dal medioevo la raccolta e la custodia degli infanti abbandonati in Roma, e nelle province circostanti, fu precipua cura dell'Archiospeda- le di S. Spirito in Saxia. È possibile seguire quantitativamente l'andamento del fenomeno dalla fine del secolo XVI ad oltre l'Unità d'Italia : il presente lavoro arresta l'analisi alla metà del secolo XIX. La consistenza del fenomeno fu di 600/1000 unità annue durante il secolo XVII, dimezzandosi quasi durante il secolo successivo per tornare ai livelli precedenti tra la fine del XVIII ed il secolo XIX. La città di Roma concorreva al numero annuale degli «esposti» alla «ruota» per circa il 50% del totale. Nel complesso, però, il tasso di esposizione rimase sempre per Roma e zone (v. retro) circostanti più basso di quello di altre città italiane ed europee. I « projet- ti» venivano quasi tutti affidati a balie esterne alla «Casa» per l'allevamento sino al 10°/12° anno di vita, poi venivano ripresi dall'istituzione e avviati ad un mestiere, se maschi, ο al matrimonio e alla monacazione, se femmine.Schiavoni Claudio. Gli infanti «esposti» del Santo Spirito in Saxia di Roma tra '500 e '800 : numero, ricevimento, allevamento e destino. In: Enfance abandonnée et société en Europe, XIVe-XXe siècle. Actes du colloque international de Rome (30 et 31 janvier 1987) Rome : École Française de Rome, 1991. pp. 1017-1064. (Publications de l'École française de Rome, 140