Formazione e dissoluzione di un patrimonio aristocratico : la famiglia Muscettola tra XVI e XIX secolo

Maria Antonietta Visceglia, Formazione e dissoluzione d'un patrimonio aristocratico : la famiglia Muscettola tra XVI e XIX secolo, p. 555-624. Quest'articolo è uno studio dei meccanismi interni attraverso i quali si forma il patrimonio dei Muscettola, principi di Leporano, e delle vicende della sua gestione. La famiglia, appartenente nel Medio Evo al patriziato della città di Ravello, costituisce la sua fortuna tra XV e XVI sec, attraverso l'esercizio di importanti cariche amministrative. Alla fine dei Cinquecento i tre rami in cui la famiglia è divisa hanno acquistato feudi in Terra d'Otranto (Faggiano e S. Giorgio), in Capitanata (Monténégro e Montelateglia), in Terra di Lavoro (Roccadivandro). Le vicende demografiche semplificheranno la struttura della famiglia : due rami si estingueranno, molti beni andranno perduti, ma il ramo di Ascanio M. salira alla nobiltà titolata, dopo l'acquisto nel 1617 dei complesso feudale detto lo «stato» di Leporano. (v. rétro) La storia del patrimonio evidenzia tré fasi la prima antecedente al 1646-47 in cui la fortuna economica in gran parte rappresentata da arredamenti fiscali crediti la seconda successiva Masaniello in cui si opera una conversione dalla rendita mobiliare alla proprietà fondiaria la terza dopo la crisi del 1764 caratterizzata da una politica patrimoniale non di ampio respiro che punta su settori sicuramen te rimunerativi affitti censi... per quanto riguarda la proprietà fondiaria olivicoltura sia pure con una pesante incidenza del controllo mercantile eversione della feudalità incapacità dei mèmbri della famiglia di adeguarsi ai mutamenti del clima politico ed economico del primo Ottocento porteranno ad un rapido ed irreversibile processo di decadenzaVisceglia Maria Antonietta. Formazione e dissoluzione di un patrimonio aristocratico : la famiglia Muscettola tra XVI e XIX secolo. In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes, tome 92, n°2. 1980. pp. 555-624