Le conseguenze sanzionatorie della violazione del principio di immediatezza nel licenziamento disciplinare

Nel saggio si critica l\u2019opinione che individua il fondamento del principio di immediatezza nel licenziamento disciplinare nel principio di tutela dell\u2019affidamento e si prende posizione sulle conseguenze sanzionatorie della sua violazione. Il difetto di immediatezza nella contestazione d\u2019addebito o nell\u2019intimazione del recesso attesta, di regola, il difetto di un elemento intrinseco alla fattispecie di cui all\u2019art. 2119 c.c., con conseguente applicazione \u2013 nell\u2019ex area di tutela reale \u2013 dell\u2019art. 18, comma 5, Stat. lav. Non cosi\u300, ove ricorrano circostanze che giustifichino l\u2019attesa (ad esempio una sospensione cautelare). In tal caso, il difetto di immediatezza nella contestazione d\u2019addebito potra\u300 rilevare unicamente come vizio procedimentale, con applicazione dell\u2019art. 18, comma 6, Stat. lav. (nell\u2019ex area di tutela reale) ed il lavoratore non avra\u300 diritto all\u2019indennita\u300 di mancato preavviso. L\u2019inerzia nella contestazione d\u2019addebito, o nell\u2019intimazione del licenziamento, solo se accompagnata da comportamenti concludenti, univocamente incompatibili con la volonta\u300 di recedere, potra\u300 essere sanzionata, nell\u2019ex area di tutela reale, con l\u2019applicazione dell\u2019art. 18, comma 4, Stat. lav. Analoga conseguenza sanzionatoria ricorre ove l\u2019abnorme lasso di tempo tra scoperta del fatto e la reazione del datore di lavoro denoti la mancanza del nesso causale. L\u2019immediatezza e\u300 requisito \u2013 desumibile dall\u2019art. 2119 c.c. \u2013 intrinseco anche al giustificato motivo soggettivo. Si analizzano anche le conseguenze sanzionatorie nell\u2019ex area di tutela debole e con riferimento ai lavoratori assunti con contratto a tutele crescenti